Ecco il secondo racconto del nostro progetto. Ci scusiamo se è arrivato con un… po’ di ritardo. Ma sapete come sono gli scrittori!!
Come vi avevamo già accennato non verrà seguito un ordine cronologico, e ogni racconto, benché sia un capitolo del romanzo che Marco Di Mico sta scrivendo, può compiere notevoli salti nel tempo rispetto al precedente. Quello che vi proponiamo oggi, infatti, ne fa uno enorme. Il protagonista è diventato un uomo maturo che… Non dico altro per non rovinarvi il gusto della lettura.
Tutta colpa di Beethoven?
Non sarei mai riuscito a fare queste riflessioni, ad accorgermi di come sono ora, e a rendermi conto di come il passare del tempo mi abbia cesellato, se oggi non mi fosse capitata una cosa banale e al tempo stesso eccezionale. Come ogni giorno stavo al computer per verificare e coordinare i miei tecnici e come ogni giorno, quando lavoro, ascoltavo, dal telefonino, un po’ di musica. Sono un amante di quella classica, ma soprattutto di quella del Settecento e di quella sacra. I miei preferiti sono Bach, Vivaldi, Mozart. Bach, soprattutto, con la sua perfezione e il suo rigore è quello che preferisco. Oggi, però, ho fatto partire il “Gloria” di Vivaldi. Seguo distrattamente il primo movimento, poi, inspiegabilmente, anziché proseguire, per qualche motivo sconosciuto e misterioso subentra il terzo movimento della sinfonia n. 9 di Beethoven. Dapprincipio neanche me ne accorgo e continuo a lavorare. Poi, però, quella musica inaspettata e dimenticata, mi spinge con forza verso una piccolissima porta ben nascosta, oltre la quale c’è un ragazzo. Guardo bene e quel giovane sono io. E così rivedo me stesso all’età di diciassette anni che, nel segreto della mia camera, con un vecchio giradischi, ascolto dei dischi di vinile mentre studio come un forsennato e sogno il mio futuro. In quegli anni amavo la musica Romantica, l’Ottocento impetuoso e di fuoco, la sua esaltazione per il Sentimento e per l’Arte. Mi sono rivisto con i capelli neri e lunghi, i riccioli morbidi, la mia maglietta a righe e la voglia infinita e inconfessata di imparare, di capire, di emergere in qualche modo. Più la musica suonava le sue note appassionate, più capivo chi ero stato e chi sono adesso. Mi sarei voluto abbracciare da solo, tanta era la tenerezza che quel ragazzo mi faceva. E quel ragazzo avrebbe voluto abbracciare l’uomo che è diventato. Tanto lo voleva confortare e incoraggiare. Alcune lagrime di gioia mi sono scivolate calde e salate per il viso. Avevo ritrovato la parte miglior di me, quella speciale, innocente, fresca. Alla fine si è fatta l’ora di pranzo. Così sono uscito per andare a prendere mia figlia a scuola. Ho percorso le solite strade e incontrato quasi le stesse persone di sempre, però mi è sembrato tutto diverso. Il cielo era più azzurro del solito e il sole più luminoso. I volti più intensi e mia figlia più bella. Vedevo il mondo con occhi talmente vecchi da essere nuovi. Con gli occhi dei miei diciassette anni. Con gli occhi della speranza. Dell’entusiasmo. Della fiducia nel futuro e negli uomini. Una lieve eccitazione viaggiava sulla mia pelle, donandomi un vago senso di felicità che non ricordavo di possedere e che, invece, si era infilato in qualche angolo male illuminato del mio essere. Nonostante gli anni passati senza rivederlo, in quel ragazzo mi ci sono subito riconosciuto. “Sono io… Sono io” mi dicevo. Ora cerco di tenerlo sempre per mano e di non lasciarlo andare via un’altra volta.
Anche voi, date una sbirciatina sotto quella montagna di doveri, impegni, bollette, serietà, responsabilità, abitudini e chissà…
Marco Di Mico
“La vicenda di un lavoratore bastardo” l’ultimo romanzo di Marco Di Mico.
Di seguito il link per l’e-book
http://www.bookrepublic.it/book/9788866935247-la-vicenda-di-un-lavoratore-bastardo/
e quello per la versione cartacea
http://www.inmondadori.it/vicenda-lavoratore-bastardo-Marco-Di-Mico/eai978886693036/
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