L’uomo è il solo fine, la sola misura

Stato

Come crea l’arte, l’uomo crea anche l’immagine del mondo

Quando guardiamo dentro un microscopio stiamo vedendo uno dei tanti aspetti del mondo nel quale abitualmente ci muoviamo. A seconda di quanto ingrandiamo, vediamo una realtà diversa. E questa relatività della percezione vale anche per tutti gli altri nostri sensi. Quante radiazioni esistono di cui noi non possiamo vederne i colori? E quante frequenze di cui non sentiamo il suono? Quanti gusti e quanti profumi esistono che non possiamo percepire perché non abbiamo i ricettori adatti? E anche quando tocchiamo un oggetto potremmo avvertirlo più o meno liscio in funzione della sensibilità del nostro tatto.

Possiamo dire, quindi, che il mondo nel quale viviamo è ritagliato dai nostri sensi; è fatto a misura e per questo ci piace e ci calza a pennello. Ma come è fatto veramente? Noi siamo in grado di coglierne solo un aspetto, una parvenza che è frutto delle nostre limitazioni. I filosofi ci avvisano che noi vediamo solo i fenomeni. Ossia ciò che appare, ma cos’è e come è fatto tutto quello che non ci appare? Anzi ad essere precisi non si tratta di apparire, perché la realtà è sempre lì presente ma siamo noi che ne cogliamo solo un pezzetto.

Più esattamente, c’è anche chi mette in dubbio che fuori di noi ci sia veramente qualcosa, ritenendo che  il mondo sia solo frutto del nostro pensiero.
Ad ogni modo, anche rifiutando questa tesi (come il sottoscritto) e ammettendo che fuori di noi qualcosa esista per d’avvero è indubbio che siamo noi che riorganizziamo gli impulsi che ci arrivano dal mondo esterno ricomponendo colori e forme e cercando cause ed effetti. È evidente che noi proiettiamo al di fuori i nostri preconcetti e le nostre categorie. Siamo abituati a catalogare il mondo secondo qualcosa che abbiamo dentro di noi.

Se si esclude Dio come Creatore e artefice di tutto quanto esiste, allora, la bellezza e la sacralità del mondo risiede solo in noi umani e nelle nostre idee.

Il nostro meraviglioso e bellissimo Mondo, la nostra Terra che ci appare così splendida, deve il suo valore alla presenza dell’uomo. Siamo noi che le attribuiamo e riconosciamo bellezza e importanza.
Se a popolarla non ci fosse l’uomo chi potrebbe apprezzarla? Chi riconoscerebbe il suo pregio? Chi potrebbe lasciarsi incantare dai colori di un tramonto o dallo scrosciare di una cascata? Anzi senza l’uomo, che la vede con i propri sensi limitati e peculiari, la Terra è un ammasso di atomi, di particelle elementari che di affascinante non hanno assolutamente nulla. Cos’è un albero se non un mucchio contorto di molecole? Che colore ha e che profumo diffonde? È un albero perché l’uomo lo riconosce come tale e come un qualcosa di unitario.

Inoltre, cosa altrettanto importante, senza l’uomo, chi riconoscerebbe il valore della vita? In Natura prevale il predatore. La morte delle prede non suscita nessuna contrarietà, nessun orrore, nessuna indignazione. Rientra nel normale funzionamento della catena alimentare. Anche l’accoppiamento è regolato dalla legge del più forte. Nulla in Natura è misericordioso, nulla è empatico. Noi cerchiamo di contrastare l’estinzione delle specie animali e vegetali, la Natura invece la favorisce per selezionare il migliore, il più adatto in quel momento e in quel contesto.

Se l’uomo sparisse, il pianeta ripiomberebbe nell’indifferenza. Ci sarebbero solo delle sequenze di fatti illogici, perché solo l’uomo cerca e conferisce logicità e razionalità a quello che accade.

Ma soprattutto senza l’uomo nulla avrebbe un senso perché siamo noi che interpretiamo i fatti per trovarci una causa e un fine. È vero rischiamo di danneggiare il nostro pianeta, ma siamo gli unici (per quello che ne sappiamo) che in tutto l’universo lo amano.

E forse la causa e il fine della Terra ma anche di tutto l’universo è proprio questa umanità così mediocre ma anche così straordinaria.

Marco Di Mico