Mafia Capitale atto secondo: la vergogna

È arrivata la sRome, Italy.econda puntata di Mafia Capitale. La politica è allo sfascio e noi cittadini dobbiamo trovare la forza di cacciare i corrotti e i collusi. È per questo che ai miei figli non gli insegno più a essere buoni, tolleranti, pazienti: perché in Italia queste non sono virtù, ma è un modo per essere collusi col sistema. Di fronte al degrado che ci circonda, li educo a essere violenti, irosi, caparbi ma giusti. Perché solo dei cittadini in grado di reagire, di protestare, di insorgere riusciranno a salvare il nostro Paese.

 

Ci risiamo! È arrivata la seconda puntata di Mafia Capitale. E così siamo di nuovo costretti alla triste visione di una classe politica che si proclama diversa da quelle precedenti, che si vanta di essere in grado di migliorare il Paese, ma che, e i fatti lo dimostrano, è solo corrotta, collusa e, profondamente, disonesta. Cambiano gli slogan e la forma, ma non la sostanza.

I nostri politici non si accorgono mai di niente. Sono ciechi, muti e sordi. Non si domandano da dove provengano i voti o, peggio ancora, i soldi. Sono lontani, dai reali problemi dei cittadini ma estremamente attenti nella difesa dei propri privilegi. La nostra classe politica è pronta a compiere “tagli dolorosi” allo stato sociale e ad aumentare le tasse “per salvare il Paese”, ma non può rinunciare a niente di quello che è suo perché “È UN DIRITTO ACQUISITO”.
Se i politici nazionali, regionali, comunali, circoscrizionali ecc… sono anch’essi italiani perché non contribuiscono adeguatamente al salvataggio dell’Italia? Mistero dei misteri: per loro le leggi non valgono.

E vero: non tutti i politici sono uguali. Ci sono anche quelli onesti. Ma che cosa aspettano quest’ultimi a cacciare i disonesti?

I cattivi, ossia quelli che pensano male, dicono che in Italia si fa politica per, come si dice a Roma, “svortare”. Cioè per arricchirsi e sistemarsi una volta per tutte. Quei calunniatori si permettono addirittura di affermare che i politici pensano solo a rubare e a spremere quello che Trilussa chiama “popolo cojone”. A sostegno di questa ipotesi portano il fatto che costruire un Km di alta velocità in Italia costa nove volte più che in Giappone e sei volte più che in Germania. Invece noi che siamo buoni, a queste cose non ci facciamo caso e lasciamo correre rassegnati. Ci diciamo: «… e vabbè…  e che vuoi fare… si sa… è sempre stato così».

Noi buoni dovremmo trovare il coraggio di diventare non dico cattivi, ma GIUSTI. Sì perché se uno è giusto, è per forza di cose anche buono. Però se ha un forte senso della giustizia, trova anche il coraggio di indignarsi per i torti subiti e protestare. E magari riesce anche a farsi rispettare e a cacciare via i corrotti, i ciechi e i distratti della politica.

È per questo che ai miei figli non gli insegno più a essere buoni, tolleranti, pazienti: perché in Italia queste non sono virtù, ma è un modo per essere collusi col sistema. Di fronte al degrado che ci circonda, li educo a essere violenti, irosi, caparbi ma giusti. Perché solo dei cittadini in grado di reagire, di protestare, di insorgere riusciranno a salvare il nostro Paese.

Marco Di Mico

MARCO DI MICO "LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO"

MARCO DI MICO
“LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO”

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