Mafia Capitale. Buzzi al PM: “Non registri perché se parlo casca il governo”


via i ladri
Vogliamo tornare sui fatti di Mafia Capitale, non per sottolineare ancora una volta quanto sia corrotta e meschina la nostra politica, ma per evidenziare il basso livello del nostro sdegno di fronte a queste situazioni. Ormai siamo talmente assuefatti alla puzza che quasi non la percepiamo più.

Vediamo politici che fanno un uso spericolato dei rimborsi spese, che sfruttano i disperati per arricchirsi, che esultano quando un terremoto miete delle vittime perché già pensano a quanto lucreranno con la ricostruzione, che con arroganza ci dicono che i loro vitalizi sono un “diritto acquisito” intoccabile,  che nonostante l’evidenza delle intercettazioni e delle prove si vantano di essere innocenti fino al terzo grado di giudizio, e noi ci limitiamo a fare spallucce come se la cosa non ci riguardasse.

Sarebbe bello, invece, che la nostra indignazione li facesse tremare, che il loro sorrisetto si tramutasse in una smorfia di vergogna.
Durante la stagione di “Mani Pulite”, il 30 aprile 1993, Bettino Craxi (che il giorno prima era stato salvato dai suoi colleghi parlamentari che avevano negato l’autorizzazione a procedere contro di lui), esce dall’hotel Raphael di Roma dove era andato a festeggiare per lo scampato pericolo e trova una folla che lo accoglie al grido di “Ladro”, “Un sogno nel cuore, Craxi a San Vittore!”, “In galera”. Poi viene investito da un fitto lancio di monetine.  Dopo quel giorno la sua arroganza e il suo dito alzato verso il cielo scomparvero. Un anno dopo andò in esilio in Tunisia.

Ad indignarsi, però, non dovremmo essere solo noi cittadini. Prima di noi dovrebbero essere i partiti a pretendere massima onestà e correttezza. Dovrebbero cacciare via le mele marce e denunciarle per il danno che hanno causato alla propria immagine e ai propri elettori. Invece, assistiamo a ragionamenti capziosi, a bizantinismi con cui cercano di minimizzare, nascondere, difendere.
Siamo stanchi di “nessuno è colpevole fino a …”, “deve prevalere la presunzione di innocenza…”, ecc…
Cari partiti e cari politici, non abbiate paura dell’onestà, dell’irreprensibilità, della correttezza, dell’integrità morale.
Buzzi si preoccupa di non far cadere il governo. Però,  se proprio si dovesse rendere indispensabile, lasciate che i governi cadano e i responsabili paghino.

 

Marco Di Mico

 

MARCO DI MICO "LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO"

MARCO DI MICO
“LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO”

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