Droga libera, Libertà e Aristotele

 

 

 

 

 

 

 

Non sarà che la droga libera serve a darci l’illusione di essere felici quando invece non lo siamo? Non sarà che la parola libertà riferita alla droga serve a illuderci di essere liberi?

A che serve lo Stato?
Perché accettiamo di vivere in uno Stato che ci obbliga a pagare le tasse e a rispettare regole di ogni tipo?
Semplice!! Perché lo Stato dovrebbe garantirci la felicità, o almeno il massimo grado di serenità, soddisfazione, sviluppo. Insomma ci dovrebbe far vivere bene.
Quindi con uno Stato serio, onesto, che funziona, dovremmo stare a posto. Vivere in pace e tranquilli.
E allora se tutto è così perfetto, direi quasi magnifico, perché dovremmo ricercare la nostra soddisfazione, la nostra pace, la nostra gioia nella droga? E soprattutto perché lo Stato dovrebbe permetterci di utilizzarla liberamente?
Viene il sospetto che la droga serva a riempire le falle aperte dagli errori dello Stato nei nostri confronti. Serva a coprire le sue mancanze e a toglierci la lucidità. L’uomo istruito, libero e con le facoltà razionali perfettamente funzionanti fa paura. Per lo Stato incapace e disonesto, che non fa vivere bene i propri cittadini è meglio l’uomo che si accontenta della droga. E’ meglio quello che baratta la propria libertà e la propria dignità con lo “sballo”
A dire queste cose è, in buona sostanza, Aristotele, che nella “Politica” afferma che l’uomo è un animale  politico (politikòn zôon) e quindi portato per sua natura a unirsi ai propri simili per formare delle comunità. Il singolo ha bisogno degli altri sia per ottenere più facilmente ciò di cui vivere, sia perché senza leggi ed educazione non si può raggiungere la felicità. Perché, invece, noi nonostante siamo naturalmente portati a formare delle comunità vediamo spesso lo Stato come un nemico?

Non sarà che la droga libera serve a darci l’illusione di essere felici quando invece non lo siamo? Non sarà che la parola libertà riferita alla droga serve a illuderci di essere liberi?