L’uomo dalla sapienza profetica e i nostri giorni

amil-2Quello che stiamo vivendo è un periodo di profonda decadenza, tanto disperata da risultare quasi oscena, pornografica. Precipitiamo verso il nostro inferno fatto di continui scandali, di emergenze non gestite (e a volte addirittura intenzionalmente provocate), di corruzione, di confusione, di pressappochismo, di furbizie, malaffare, collusioni, incapacità, ignoranza, delinquenza, imbecillità.
Questo degrado morale, spirituale, politico era stato, incredibilmente predetto da un uomo poco conosciuto, ma dalla sapienza profetica:  Henri-Frédéric Amiel, che nel suo poderoso “Frammenti di diario minimo” il 12 giugno 1871 scriveva:

“Le masse saranno sempre al di sotto della media. La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all’assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci.

Sarà la punizione del suo principio astratto dell’Uguaglianza, che dispensa l’ignorante d’istruirsi, l’imbecille dal giudicarsi, il bambino di essere uomo ed il delinquente di correggersi.

Il diritto pubblico fondato sull’uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell’appiattimento.

L’adorazione delle apparenze si paga.”

A me sembra che le sue parole sappiano esprimere pienamente quello che sentiamo nel cuore, ma che non riusciamo a descrivere compiutamente.

Di seguito una breve biografia di Henri-Frédéric Amiel.

Henri-Frédéric Amiel nasce a Ginevra il 27 settembre 1821.
Di famiglia protestante di origine francese ugonotta, dopo aver viaggiato e aver vissuto per qualche tempo a Berlino, torna a Ginevra, dove, nel 1849, ottiene la cattedra di estetica. Successivamente, nel 1853, otterrà anche quella di Filosofia.
Nel 1849 pubblica “Del movimento letterario nella Svizzera francese e del suo avvenire”.
Studioso di Rousseau, Amiel è ricordato soprattutto come autore di un “Diario” (Journal) di oltre 17 mila pagine, in cui scava con parossismo i propri moti psicologici.
Amiel ha scritto anche poesie di stampo romantico (“Grani di miglio”, Grains de mil, 1854) e saggi: sulla letteratura della Svizzera romanza, su Rousseau, su autori contemporanei.
Tra le sue opere ci sono inoltre un volume sui principi generali della pedagogia, e scritti riguardanti Erasmo da Rotterdam, Madame de Stael.
Il suo “Diario” viene pubblicato postumo, in modo sparso: nel 1884 con il titolo di “Frammenti di un diario intimo” (Fragments d’un journal intime), poi una edizione ampliata nel 1922, e nel 1927 un nuovo volume di confessioni con il titolo “Philine”.

Il gusto analitico di Amiel, con la sua inesausta indagine dei propri moti psicologici, delle proprie debolezze, dei sogni di uomo negato alla vita pratica, incapace di soffrire le imperfezioni del reale, corrispondono a un gusto prettamente decadentista.

Henri-Frédéric Amiel muore di asfissia il giorno 11 maggio 1881, all’età di 60 anni, a Ginevra.

Spirito attivo e curioso, Amiel nella vita fu sempre ostacolato da una timidezza morbosa e da una profonda inquietudine a cui trovò rimedio ripiegando su se stesso e analizzando i sentimenti propri e degli altri con acuta e sottile chiarezza, esprimendo una filosofia della vita profonda e talvolta amara. Amiel appare pertanto come l’espressione di un male, più sincero e raffinato di quello dei romantici.

Per maggiori ragguagli

http://www.treccani.it/enciclopedia/henri-frederic-amiel_%28Enciclopedia-Italiana%29/

Marco Di Mico

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MARCO DI MICO "LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO"

MARCO DI MICO
“LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO”

versione cartacea

http://www.mondadoristore.it/vicenda-lavoratore-bastardo-Marco-Di-Mico/eai978886693036/

e-book

http://www.bookrepublic.it/book/9788866935247-la-vicenda-di-un-lavoratore-bastardo/