Unione Europea e crescita economica. Quale destino?

logo_300Gli Usa sono definitivamente usciti dalla crisi. Il loro Pil cresce del 5% annuo e la disoccupazione è diminuita al 5,8%. L’Europa, invece, guidata dall’austera Germania e paralizzata dal “fiscal compact“, annaspa, ansima, sprofonda.
L’Italia, dopo la cura imposta dalla Merkel e dall’Europa e somministrataci da Monti-Letta-Renzi, chiuderà il 2014 con un Pil in calo dello 0,4%. La grande Germania, che si vanta di aver fatto le riforme giuste al tempo giusto e che ci indica la via da seguire per uscire dalla crisi, ha dovuto rivedere le proprie stime. La Bundesbank ritiene che il 2014 si chiuderà con un Pil in crescita dell’1,4% invece dell’1,9% previsto e che il prossimo anno la crescita sarà dell’1% invece che del 2%.

Ma come hanno fatto gli Usa ad ottenere questo risultato sorprendente?
Semplice: hanno dato un calcio all’austerità, al rigore, al pareggio di bilancio.
Obama ha lascito che il rapporto deficit/Pil toccasse quota 12% (mentre noi europei non possiamo superare il 3%). Per inciso, ora è ridisceso al 2,5%, non in virtù di tagli e privazioni, di lacrime e sangue ma grazie alla crescita economica.
La Federal Reserve, poi, ha creato liquidità comprando bond fino a 4.500 miliardi di dollari. Inoltre, questa gigantesca massa di soldi non è stata sequestrata dalle banche, come avviene da noi, ma è arrivata alle famiglie e alle imprese.
Per finire, il Dollaro è stato svalutato senza timore. Noi difendiamo l’Euro a spada tratta, neanche fosse il nostro onore o il nostro stesso benessere.

A questo punto, chiunque con un po’ di sale nella zucca direbbe: “Forse la strada intrapresa è sbagliata, proviamone un’altra”. Chiunque ma non i capoccioni che siedono dei Palazzi della UE. Loro mantengono le posizioni con fermezza e, manco a dirlo, rigore. Questa ossessione per lo sforzo, per il sacrificio ad oltranza, per la ferrea disciplina non è frutto di una scelta economica, bensì della loro storia culturale e religiosa. È una cosa che si portano dentro, è la loro forma mentis, che trova la sua origine nell’etica protestante. Il loro codice morale si basa sui principi della parsimonia, del duro lavoro e dell’individualismo. Per loro è inconcepibile la ricchezza e il benessere senza il sacrificio. Nella loro mente la crescita economica ottenuta dall’America è un peccato, perché avvenuta senza sofferenza, privazioni, rinunce. Questo è il loro limite più grande. Limite che siamo costretti a far nostro benché la nostra mentalità di europei del Sud sia completamente opposta. Purtroppo questa Europa unita non è nata come gli Stati Uniti da un sentimento comune, da una necessità condivisa, ma è stata imposta dall’alto. Ha messo insieme popoli assai diversi per cultura, religione, tradizione, lingua. È un mostro, un Frankenstein, composto da membra appartenenti a diverse persone e cucite a forza. Senza essercene resi conto, con l’Unione Europea abbiamo ricreato lo stesso obbrobrio della Jugoslavia di Tito o l’Iraq di Saddam Hussein. I movimenti euroscettici sono proprio il frutto di queste tensioni naturali, di queste crisi di rigetto. Per realizzare la magnifica idea dei padri fondatori, i Paesi mediterranei hanno accettato un profondo cambiamento di mentalità e di comportamenti, altrettanto dovrebbero fare quelli tedesco-scandinavi. Nessuna unione può durare senza il compromesso e la comprensione dell’altro.

 

 

Qui troverete la versione e-book

http://www.ibs.it/ebook/Di-Mico-Marco/La-vicenda-di/9788866935247.html

E qui quella cartacea

http://www.inmondadori.it/vicenda-lavoratore-bastardo-Marco-Di-Mico/eai978886693036/