Non erano anni belli, anzi erano bui, tesi, pesanti (di piombo), ma in quel marasma caotico di parole e di slogan c’era la speranza di poter migliorare il mondo e il destino degli uomini.
In quegli anni la politica infiammava perché aveva un sogno da realizzare. Progettava il futuro, difendeva o, addirittura, creava diritti, spiegava che la vita poteva essere migliore e che l’uomo doveva aspirare a molto di più. Ora, invece, che la politica è appiattita sulla finanza, i politici non trasmettono più sogni, ma sono diventati uno strumento di persuasione. Si limitano a trovare il modo per farci digerire le scelte imposteci per accontentare il mercato globale, la finanza internazionale, gli investitori, gli speculatori.
È per questo che provo nostalgia, perché vorrei che la politica tornasse ad avere un progetto per elevarci, per nobilitarci, vorrei che proponesse una strada per creare un mondo e una vita migliore. Che si battesse per ottenere giustizia ed equità.
Vorrei che i politici tornassero a parlare di valori e diritti e non di spread, di paura, di recessione. Il futuro si costruisce cercando di realizzare un’idea, inseguendo il proprio sogno. E non accontentando le capricciose divinità economiche dei nostri tempi. La politica ci sta facendo tornare all’epoca dei sacrifici umani. E i politici sono i nuovi sacerdoti di questi ingiusti riti propiziatori. Sacrificano le pensioni nella speranza che il famelico spread non ci inghiotta. Poi sacrificano i lavoratori illudendosi che in questo modo la lunatica dea degli investimenti e della crescita ci guardi con occhio benigno. La reazione della politica (ma anche degli economisti) è proprio quella di chi, non riuscendo a comprendere la realtà, si affida alla superstizione per tentare di placare le forze ostili.
Ad ogni modo, mentre i governi (sia tecnici sia di inciuci vari), smantellano ammortizzatori sociali e diritti dei lavoratori per ingraziarsi le nuove capricciose divinità, i politici continuano a pavoneggiarsi con i loro lussuosi abiti fatti di piume, talismani e amuleti d’oro.
A conclusione dell’articolo ci piace citare un libro a cui siamo molto affezionati:
“La vicenda di un lavoratore… bastardo”
Versione elettronica
http://www.bookrepublic.it/book/9788866935247-la-vicenda-di-un-lavoratore-bastardo/
versione cartacea
http://www.inmondadori.it/vicenda-lavoratore-bastardo-Marco-Di-Mico/eai978886693036/
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