Una discriminazione inaccettabile

La redazione di DOVEVAILPAESE pubblica la lettera di una lavoratrice del commercio e si affianca a tutti i lavoratori di quel settore.

“Scrivo questa lettera con arti tremanti, dolori muscolari, iperestesia, laringospasmo, idrofobia, aggressività e irascibilità. Ossia con i sintomi della “rabbia”. Sono rabbiosa perché sto verificando che i lavoratori non sono tutti uguali agli occhi dei nostri politici. Infatti, noi lavoratori del commercio siamo stati ridotti in schiavitù senza che nessun partito dicesse una sola parola per difenderci. Liberalizzando il nostro settore ci hanno tolto le domeniche e tutte le altre feste consacrate e con esse la possibilità di stare con la famiglia e di accudire i nostri figli. Praticamente i negozi devono essere sempre aperti, sempre a disposizione degli utenti. La legge permetterebbe anche le aperture notturne. Però nessuno ha pensato di introdurre norme per verificare se il personale sia sufficiente a un simile ritmo, se i diritti dei lavoratori sono rispettati, se un minimo di dignità è garantito.

Noi commessi siamo carne da macello che deve lavorare senza riposi e garanzie. I nostri politici super pagati, scortati, faziosi e inconcludenti ci hanno tolto la libertà e la possibilità di essere cittadini come gli altri solo per illudere l’opinione pubblica, per fargli credere che si stanno occupando del rilancio della nostra sgangherata economia sottosviluppata e in declino. Invece di trovare risorse, magari togliendosi un po’ degli infiniti e anacronistici privilegi di cui godono immeritatamente, per sostenere la domanda aggregata e l’occupazione, loro aprono i negozi, come se questo potesse far spendere alla gente i soldi che non possiede.

La spesa aggregata non dipende dalle ore di apertura al pubblico, ma dalla ricchezza di cui si dispone e dalle previsioni che si hanno per il futuro. Altrimenti basterebbe tenere aperti i negozi – baracca degli Stati più poveri del mondo per risolvere i problemi della povertà, della fame e della malnutrizione che affliggono molte aree geografiche del nostro Pianeta.
Questo è quanto riesce a fare la nostra classe politica. Che incapace di risolvere i problemi del Paese, cerca di non perdere le simpatie degli elettori dando panem et circenses.

Chiosa finale per una riflessione bonaria.
Art. 3 della Costituzione Italiana:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La nostra Repubblica sta veramente rimuovendo gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini?”

Lettera firmata

 

A conclusione dell’articolo ci piace citare un libro che riteniamo imperdibile:  Copertina libro
“La vicenda di un lavoratore… bastardo”

Versione elettronica
http://www.ibs.it/ebook/Di-Mico-Marco/La-vicenda-di/9788866935247.html

versione cartacea
http://www.inmondadori.it/vicenda-lavoratore-bastardo-Marco-Di-Mico/eai978886693036/