Terrorismo. Che fare? Gandhi o Rambo?

bandiera franciaDopo gli attentati terroristici del 13 novembre a Parigi, stiamo al bivio. Non possiamo più far finta di niente. L’Occidente deve scegliere se affidarsi alla via tracciata da Gandhi o intraprendere quella di Rambo. I tentennamenti non sono più possibili.

 

Da un lato abbiamo la pace e la non violenza adoperate come armi;

dall’altro l’intervento militare e la forza per riconquistare la pace.

È possibile far smettere i massacri dell’Isis e di Boko Haram, le chiese incendiate, le donne lapidate, le ragazze rapite e vendute come schiave, le teste tagliate, gli arsi vivi in una gabbia, il divieto alle ragazze di studiare, gli attentati in Occidente e nei Paesi arabi non allineati col terrorismo ecc… ricorrendo alla forza della non violenza ad ogni costo?

Alle donne è forse proibito di studiare per evitare che divengano pericolose? E ai prigionieri di guerra gli viene tagliata la testa per non farli scappare, o perché lo prevede la Convenzione di Ginevra? Oppure Isis, Boko Haram e gli altri gruppi terroristici uccidono civili inermi perché hanno paura di essere aggrediti?

La realtà è che o chiudiamo gli occhi, seppelliamo i nostri morti e facciamo finta di niente, nella speranza che la violenza non ci travolga, oppure difendiamo la nostra pace, il nostro stile di vita, la giustizia.

Decidere quale strada intraprendere è difficile e faticoso, ma una scelta va fatta.

Noi di dovevailpaese amiamo le storie e la Storia, ed è proprio guardando al nostro passato che vogliamo cercare una risposta.
Molti storici concordano nel ritenere che il mondo abbia tentennato troppo nei confronti di Hitler. Ampi settori della politica inglese e statunitense lo apprezzavano per le sue posizioni anticomuniste e questo gli permise di proseguire la sua politica di riarmo e di ampliare i confini della Germania. Quando il 1° settembre del 1939 invase la Polonia, il mondo capì che aveva sbagliato e che non si poteva più temporeggiare. Tutti rimpiansero gli errori commessi e la tolleranza usata fino a quel momento. Intervenire prima avrebbe risparmiato milioni di vite e anni di guerra.
L’altro parallelo che ci viene in mente è quello con Annibale che invade l’Italia e sconfigge e devasta l’esercito romano sul Trebbia, sul Trasimeno e a Canne.
A Canne l’esercito romano fu annientato completamente e in quel momento sembrò impossibile sconfiggere le forze cartaginesi. Roma rimase frastornata in balia del suo nemico finché il comando non venne affidato a Scipione. Questo condottiero capì che per spuntarla non doveva affrontare direttamente Annibale, ma che doveva fiaccarne gli appoggi e gli approvvigionamenti. Così intraprese una campagna militare contro i possedimenti cartaginesi. A quel punto furono i cartaginesi a temere per le loro cose e per la loro incolumità. Il fronte pro Annibale cominciò a vacillare. Perché quando la guerra ce l’hai in casa è difficile conservare la stessa determinazione e ostinazione. Annibale venne richiamato in Africa per fronteggiare la minaccia rappresentata da Scipione, e a Zama fu definitivamente sconfitto dai romani. Probabilmente se Scipione non avesse diviso l’opinione pubblica cartaginese portando la guerra in casa loro non sarebbe riuscito a sconfiggere l’esercito di Annibale.

Noi non scegliamo, fatelo voi. Ognuno secondo la propria sensibilità e convinzione. Gandhi o Rambo?