Scuola laica, c’é chi dice NO

scuola comunaleDovevailpaese fedele alla sua missione di mostrare dove sta andando il nostro Paese, pubblica una “provocazione” che sicuramente farà discutere. Molti storceranno il naso e molti approveranno. Questo è il bello delle idee libere e oneste.

 

È di questi giorni la notizia (anche se il fatto dovrebbe essere successo l’anno scorso) che in una scuola italiana sia stata proibita la benedizione pasquale agli studenti. La benedizione doveva essere elargita fuori dell’orario scolastico e solo a coloro che sarebbero ritornati a scuola per riceverla, quindi non si costringeva nessuno ed era rivolta solo a quanti avevano interesse a riceverla. Nonostante queste garanzie, la cosa non è stata possibile in nome della “laicità della scuola”.
A questo punto ritengo sia lecito domandarsi il perché, chi ha un credo religioso debba sottostare alla volontà di chi non crede in nulla? E il perché una minoranza laica deve imporre la sua visione del mondo a una maggioranza cattolica?
Inoltre sarebbe interessante capire il perché i genitori cattolici non possono pretendere che la scuola trasferisca ai propri figli i loro stessi principi? E soprattutto perché se vogliono che la scuola li aiuti in questo compito devono rivolgersi a una scuola a pagamento mentre gli atei ottengono quello che vogliono gratuitamente?

Dal momento che la scuola dello Stato è una sola non è giusto che rappresenti solo il punto di vista laico, altrimenti che lo stato finanzi anche le scuole cattoliche. Anzi lo stato dovrebbe fornire ogni studente di un voucher da spendere liberamente per la scuola che preferisce. In questo modo i laici andranno alla scuola laica, i cattolici in quella cattolica, gli ebrei in quella ebraica e cosi via. Stesso programma ma diverso orientamento religioso. In questo modo migliorerebbe anche il livello generale della scuola italiana (che nel mondo si piazza solo al 25° posto) perché verrebbe spinta dalla concorrenza. Mentre ora è un luogo dove gli studenti non contano niente e tutti i diritti sono degli insegnanti. Ci sono scuole, nel centro di Roma (e non in una borgata sconosciuta o in un paesino perso sull’Aspromonte) dove tutti gli anni vengono cambiati sistematicamente i professori di lettere, matematica, francese, inglese, arte ecc. (chi scrive ha un figlio che ha vissuto questa esperienza per tre anni consecutivi).

Se la scuola deve essere laica, allora che si cancellino tutte le vacanze legate al Natale, alla Pasqua, alla festività di Ognissanti e quella dell’Immacolata Concezione. Ridurre i giorni di vacanza non farà certo male al profitto dei nostri studenti.

Con la scusa della scuola laica si stanno ghettizzando gli studenti cattolici, che hanno già dovuto rinunciare al presepe e alle recite natalizie, in nome di un’integrazione di chi non ha nessuna intenzione di integrarsi, dal momento che tengono la loro religione in grandissima considerazione e non sono disposti a rinunciarvi.

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Dovevailpaese vi propone “La vicenda di un lavoratore bastardo”.

MARCO DI MICO "LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO"

MARCO DI MICO
“LA VICENDA DI UN LAVORATORE BASTARDO”

versione cartacea
http://www.inmondadori.it/vicenda-lavoratore-bastardo-Marco-Di-Mico/eai978886693036/

versione elettronica
http://www.bookrepublic.it/book/9788866935247-la-vicenda-di-un-lavoratore-bastardo/