L’uomo è un essere “Social”?

social1Volentieri pubblichiamo alcune riflessioni di Viviana Sassi, autrice del romanzo “Privilegio pericoloso”, sull’uomo al tempo dei social. Con questo suo contributo Viviana fa, da oggi, parte del nostro staff.
Un augurio sincero da parte della nostra redazione

 

L’avvento dei social network ha portato a grandi innovazioni. Hanno creato posti di lavoro e rivoluzionato la vita di persone e aziende.

Se prima si ricorreva ai cartelloni pubblicitari, ora si pubblica su qualche social. Connettersi è semplicissimo, e ognuno, in qualsiasi luogo, può vedere e commentare.

Milioni di persone iscritte sui social al giorno d’oggi, spesso ragazzini in età adolescenziale, li sfruttano per fare nuove “amicizie” e connettersi con quante più persone, (non importa nemmeno chi siano e da dove vengano), solo per il gusto di poter dire “ho migliaia di follower”.

Un tempo le amicizie erano poche ma buone e un amico valeva un tesoro. Oggi che sono virtuali, invece, quanto valgono? Questi amici digitali sono in grado di farci sentire amati e appagati? Certo che se abbiamo qualche decina di migliaia di “amici” siamo proprio bravi e popolari.

Peccato che questa fama sia a scapito dell’interazione tra esseri umani. Ormai tutti sono di fretta, camminano a testa bassa concentrati sullo schermo del cellulare e se ti sbattono contro, senza neanche degnarti di uno sguardo.

Quant’era bello uscire per un pomeriggio tra amici, all’insegna del divertimento. Certo, non si avevano milioni di seguaci per la strada, si contavano ,infatti, solo due o tre amici, ma erano in carne e ossa, sempre presenti.

Oggi siamo soli, camminiamo per strada attaccati al cellulare, appunto, mentre scriviamo quello che stiamo “osservando” (si fa per dire) in strada, con una schiera di migliaia di seguaci fantasma a rincorrerci. Guai a loro, però, se smettono di seguirci! Lì, una crisi d’ansia non si toglie a nessuno… e gli psicologi, in vista delle prossime nuove malattie mentali, già si sfregano le mani tutti contenti.

Allora, viene da domandarsi, possibile che sia davvero così importante avere delle amicizie virtuali? Non sarebbe bello, ogni tanto, spegnere tutto, disconnetterci dalla rete, per tornare sul Pianeta Terra e uscire a fare una passeggiata, magari fermandoci a scambiare due chiacchiere con il vicino antipatico, con il quale litighiamo nelle riunioni condominiali e scriviamo di lui ogni genere di cattiveria su qualche social? Probabilmente scopriremmo in lui doti di simpatia e cordialità che mai avremmo trovato se non ci fossimo soffermati a scambiarci due parole. Perché le amicizie vere, quelle durature, nascono proprio così, da due chiacchiere reali stringendosi una mano.

http://dovevailpaese.altervista.org/blog/privilegio-pericoloso-lappassionante-romanzo-di-viviana-a-k-sassi/

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